Diversi studi e leggende identificano Avalon con la cittadina di Glastonbury, nel Somerset, in Inghilterra, a 30 miglia a sud di Bristol. L’isola di Avalon sarebbe quindi da identificarsi con il Tor, una collina alta circa 160 metri che domina e caratterizza il paesaggio della cuttà. La parola Tor deriva dalla lingua celtica e significa semplicemente “collina” o “alto colle”.
Dall’alto della sua posizione privilegiata, si può scorgere uno sbalorditivo paesaggio con una visuale completa di 360 gradi sui Somerset Levels, un complesso pianeggiante di paludi, che per molto tempo sono state ricoperte da diverse inondazioni. Ciò che maggiormente riconduce questo luogo all’isola di Avalon è il fatto che fino al 1200 circa, questo colle era un’isola circondata da un mare interno poco profondo, che si formò in seguito all’innalzamento delle acque dopo l’ultima era glaciale.
Quest’isola era collegata alla terraferma da una sottile lingua di terra (come per Saint Michel in Francia) che si estendeva nella zona di Ponter’s Ball: un fossato lungo circa un chilometro costruito durante l’Età del Ferro.
La zona pianeggiante dei Levels fu abitata sin dal Neolitico e durante l’Età del Ferro, il territorio paludoso dell’isola era disseminato dai famosi Lake Villages, estesi insediamenti umani su palafitte e piattaforme. Nonostante ciò nella zona del Tor non sono mai stati rinvenuti reperti antecedenti al VI sec.d.C.
Sono diverse le teorie secondo cui l’Isola fosse considerata dalle popolazioni paleocristiane un luogo sacro, un vero e proprio santuario naturale come le vicine Avebury o Stonehenge e la leggenda narra che Glastonbury sia stata l’Isola di Avalon. Ponter’s Ball rappresenterebbe quindi un “temenos”, ovvero un confine costruito per demarcare l’inizio del territorio sacro.