Quando cammino tra le rovine di San Galgano provo una sensazione di benessere e armonia.
Ogni volta.
Perché succede questo?
Dalle emozioni… passo poi a studiare la storia e le tradizioni del luogo.
La Mistica dei Monaci Cistercensi, l’Ordine Cosmico e l’Abbazia di San Galgano
I monaci cistercensi, eredi della spiritualità benedettina, hanno lasciato un’impronta profonda nella storia del monachesimo occidentale, non solo per il loro rigore e la loro disciplina, ma per la loro visione mistica, fortemente radicata nell’idea di un ordine cosmico divino. Per loro, Dio non era solo un’entità distante, ma una presenza immanente nella struttura dell’universo, visibile nelle forme della natura, nelle proporzioni delle loro abbazie e nel silenzio della loro contemplazione.
San Galgano: un Luogo di Confine tra Storia e Mito
L’Abbazia di San Galgano, situata nella campagna senese, è uno dei più straordinari esempi della spiritualità cistercense e della loro ricerca di armonia con il cosmo. Costruita nel XIII secolo, questa abbazia si erge come un luogo di confine tra la storia e il mito, tra il sacro e il misterioso. Poco distante si trova l’Eremo di Montesiepi, dove è custodita la famosa spada nella roccia, attribuita al cavaliere Galgano Guidotti, che dopo una vita dissoluta si convertì e divenne eremita. La sua decisione di conficcare la spada nella pietra simboleggiava il rifiuto della violenza e l’inizio di un cammino spirituale.
La storia di San Galgano si intreccia con la tradizione cistercense perché l’abbazia venne costruita proprio nel luogo in cui il santo visse i suoi ultimi anni. Il sito stesso sembra rispecchiare le caratteristiche della geometria sacra, con un orientamento che segue principi astronomici e simbolici. Come tutte le abbazie cistercensi, la sua architettura riflette un perfetto equilibrio tra semplicità e potenza spirituale.
L’ armonia dell’Universo e la Regola Cistercense
Alla base della spiritualità cistercense c’era la ricerca dell’armonia tra l’uomo e il creato. Seguendo la Regola di San Benedetto, i monaci vivevano secondo il principio del “Ora et Labora” (Prega e Lavora), unendo contemplazione e attività quotidiana in un perfetto equilibrio. Per loro, il mondo sensibile non era da rifiutare, ma da comprendere attraverso l’ordine voluto da Dio, che si esprimeva nella matematica, nella geometria e nella bellezza della creazione.
Questa visione si traduceva in uno stile di vita austero e semplice, lontano dagli eccessi dell’epoca, ma al contempo immerso in una profonda spiritualità che permeava ogni gesto quotidiano. Il silenzio non era solo un voto, ma un mezzo per ascoltare la voce di Dio che parlava attraverso l’universo stesso.
La Geometria Sacra: un ponte tra Terra e Cielo
L’architettura cistercense è una testimonianza tangibile della loro ricerca dell’ordine cosmico. Le loro abbazie non erano costruite seguendo semplici criteri estetici, ma secondo principi di geometria sacra, basata su proporzioni armoniche che riflettevano l’ordine divino che affonda le sue radici in diverse civiltà e culture.
L’Abbazia di San Galgano segue questi stessi principi, con una disposizione degli spazi che favorisce la meditazione e la contemplazione. La luce naturale, sapientemente incanalata attraverso le finestre ormai prive di vetri, crea un’atmosfera unica, in cui il cielo stesso diventa parte dell’architettura. Questa scelta non è casuale: è un invito a guardare oltre il visibile, a percepire l’ordine cosmico che governa il creato.
Correlazioni con il Paganesimo e le Tradizioni Antiche
Nonostante il loro rigoroso monoteismo cristiano, i cistercensi hanno attinto, consapevolmente o meno, a una serie di concezioni preesistenti nelle tradizioni pagane europee. La loro enfasi sulla geometria sacra e sulle proporzioni armoniche richiama i principi delle scuole misteriche dell’Antichità, in particolare quelli del pitagorismo e del neoplatonismo, che vedevano il cosmo regolato da leggi matematiche e numeriche.
Anche il loro rapporto con la natura come manifestazione dell’ordine divino trova paralleli nelle tradizioni druidiche e nel culto romano della natura, dove boschi sacri, sorgenti e montagne erano considerati luoghi di connessione con il divino. Non è un caso che l’abbazia di San Galgano sorga in una posizione particolare, legata a precisi allineamenti astronomici.
Il silenzio e la meditazione, pilastri della spiritualità cistercense, sono elementi presenti anche nelle pratiche ascetiche di molte tradizioni pagane, dai riti eleusini alla contemplazione eremitica dei filosofi stoici. In questo senso, i cistercensi hanno preservato e rielaborato un’antica sapienza, integrandola nel loro percorso monastico cristiano.
Per i cistercensi, il silenzio era una dimensione sacra, uno spazio interiore in cui il divino poteva rivelarsi. La loro spiritualità si fondava su un’ascesi interiore, un progressivo svuotamento del superfluo per accogliere la presenza del sacro.
L’Abbazia di San Galgano, priva di tetto e aperta agli elementi, incarna perfettamente questa ricerca di comunione con il cosmo e con il divino. Il cielo sopra l’abbazia diventa il soffitto della chiesa, in un simbolismo potentissimo che rimanda all’unione tra il terreno e il celeste.
L’idea dell’ordine cosmico non era per i cistercensi solo un concetto filosofico, ma un’esperienza concreta. Nella loro vita quotidiana, nella disposizione degli spazi, nei ritmi delle preghiere e nel lavoro dei campi, cercavano di riflettere e incarnare l’armonia divina. Ogni elemento dell’esistenza era un simbolo, una parte di un disegno più grande in cui nulla era lasciato al caso.
San Galgano e la sua abbazia sono ancora oggi un luogo in cui questa sapienza può essere percepita e vissuta. Un invito a rallentare, a ritrovare il contatto con la natura e con il sacro, a riscoprire l’ordine che permea ogni cosa.
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Bibliografia
- F. Gurrieri, San Galgano: l’abbazia e l’eremo di Montesiepi, Becocci, 1996.
- M. Borraccini Verducci, San Galgano: storia, arte, leggenda, Edizioni Cantagalli, 2002.
- L. Bertolini, Galgano e la spada nella roccia: storia, mito e leggenda, Pacini Editore, 2010.
- A. Franchini, San Galgano e la sua abbazia: un percorso tra fede, arte e mistero, Edizioni della Meridiana, 2015.
- R. Stopani, La Via Francigena e i percorsi medievali per Roma, Le Lettere, 2008 (include riferimenti ai pellegrinaggi che toccavano San Galgano).
- G. Cherubini, Monachesimo e società nell’Italia medievale, Il Mulino, 2001 (con riferimenti al ruolo dei cistercensi in Toscana).
- Jean-François Colosimo, Il silenzio di Dio. La mistica cistercense e l’ordine cosmico, Edizioni Paoline, 2012.
- Georges Duby, L’arte e la società medievale, Einaudi, 1995.
- Otto von Simson, La cattedrale gotica: la genesi dell’architettura medievale, Jaca Book, 1989.
- Mircea Eliade, Il sacro e il profano, Boringhieri, 1957.
- Joseph Gies, Cathedral, Forge, and Waterwheel: Technology and Invention in the Middle Ages, HarperCollins, 1994.
- Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani, 1980 (romanzo che riflette il mondo cistercense e medievale).